Bai, Cava di Gesso Tecnobay

8 07 2007

«ma i bulldozzer si mangiano ogni giorno centinaia di ettari di suolo, i palazzinari costruiscono palazzi, i deforestatori deforestano, gli inquinatori inquinano, la popolazione aumenta, la miniera si svuota, la discarica si riempie, la biodiversità si riduce, la temperatura aumenta…… è come vendere un rene per comprare un’automobile.» Luca Mercalli, Climatologo

– 20 milioni di mq di cartongesso prodotti in loco;
– 40 posti di lavoro in più (quando sarà a regime) per un totale di 120-140 posti di lavoro;
– 15 milioni di Euro di investimenti per la realizzazione dell’impianto da parte di una ditta tedesca;
– quanta acqua verrà utilizzata?
– quanto verrà incrementato il traffico di camion da e per la cava e con che costi per la comunità?
– è previsto un piano di recupero alla fine dell’estrazione del gesso o verrà abbandonata come le altre cave?
– cosa ci guadagna la comunità di Roccastrada?

Ing. Campiglia, amministratore delegato di Tecnobay, dice:«La sede di Roccastrada è strategica non solo per la materia prima e per il fatto che qui la Regione vi ha individuato il bacino regionale di riferimento per il gesso, ma anche per la disponibilità che l’amministrazione comunale ha sempre dimostrato. Il supporto degli enti locali, in operazioni di questo genere, per quanto riguarda procedure ed adempimenti burocratici è infatti fondamentale».

cava Bai Roccastrada

A Roccastrada nascerà il Polo Italiano del cartongesso
fonte: http://www.confindustriagrosseto.it/news060830.html

Si tratta di un progetto importante – osserva Vincenzo Campiglia, amministratore delegato di Tecnobay – che, a pieno regime, occuperà 40 persone e consentirà di produrre fino a 20 milioni di metri quadrati di cartongesso. Una vera sfida, in cui ci impegneremo al cento per cento”. La Tecnobay è la più grande unità produttiva italiana di gesso cotto, da oltre vent’anni nel mercato del gesso e dei suoi derivati.

Lo stabilimento richiederà un investimento di 16-20 milioni di euro circa, per una produzione annua, a pieno regime, che potrà toccare i 20 milioni di mq di cartongesso.

Si prevede che occupi trenta persone nella fase iniziale, per poi attestarsi, secondo le previsioni attuali, sui 40 posti di lavoro.
Il progetto sarà finanziato grazie alla Legge 488/92, a MPS Merchant (la banca per le piccole e medie imprese di MPS) e con apporti diretti della Tecnobay. L’impianto sarà realizzato da una ditta tedesca specializzata nel settore.

“La sede di Roccastrada è strategica non solo per la vicinanza della materia prima, ma anche per la disponibilità dell’Amministrazione comunale. Il supporto degli Enti locali, in operazioni di questo genere, per quanto riguarda procedure ed adempimenti burocratici è, infatti, fondamentale”.

cava Bai Roccastrada

cava Bai Roccastrada

sotto: la cava ai piedi di Roccastrada
cava Bai Roccastrada

Fine 2005. All’udienza preliminare dell’inchiesta pubblica indetta dall’Amministrazione Comunale di Roccastrada ai fini della Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto relativo all’ampliamento del bacino di escavazione del gesso presentato dalla Soc. Tecnobay che opera con le proprie cave nel versante sud ovest del paese presieduta dal geom. Massimo Tronconi e dagli altri commissari in rappresentanza degli altri enti interessati Geom. Bruno Corsini e Dr. geologo Lorenzo Barberini, hanno partecipato oltre 60 persone tra cui esponenti politici provinciali, sindacalisti del settore minerario, operai della Tecnobay, associazioni ambientaliste e cittadini a titolo di interesse personale.

Nel corso della prima udienza i membri della commissione hanno illustrato a grandi linee il progetto della Soc. Tecnobay e sono stati raccolti i primi pronunciamenti da parte dei vari soggetti interessati. Gli aspetti tecnici veri e propri sono stati affrontati in una seconda udienza (di cui non ho trovato documentazione) nel Dicembre 2005 alla presenza di tutti gli esperti componenti dell’ufficio di VIA che hanno analizzato il progetto per conto del comune di Roccastrada.

L’iter relativo all’inchiesta pubblica prevede un ulteriore udienza generale nella frazione di Sassofortino e un udienza finale (di cui non ho trovato documentazione). Alla fine dell’iter complessivo dovrebbe essere stato emesso un documento da sottoporre all”ufficio di VIA, contenente tutte le considerazioni e le richieste emerse negli incontri con la cittadinanza, i comitati, le parti sociali e le associazioni del territorio.

cava Bai Roccastrada

file rtf – “Il Tirreno” del 4/7/2007 – Il Cartongesso sarà realizzato a Roccastrada (20 milioni di mq l’anno)





Sticciano, Roccastrada: 5 ettari agricoli “classe 1” degli Usi Civici cementificati dall’impianto Fotovoltaico “Cicalino 1”

8 07 2007

di Cristiania Panseri

La situazione dell'impianto il 9/7/2010
La situazione dell’impianto il 9/7/2010

I 5 ettari di campo agricolo in fase di trasformazione visti da Roccastrada
I 5 ettari di campo agricolo in fase di trasformazione visti da Roccastrada
Sticciano, lavori di recinzione dell'impianto FV
la recinzione dei 5 ettari di piazzale in fase di costruzione
Sticciano, 1 dei 137 plinti
uno dei 137 plinti di calcestruzzo armato da m 3,5 x 3,5

a 4 km da Sticciano Scalo, in mezzo alla campagna, sul suolo regolato dall’antico istituto degli usi civici ruspe, scavatori e autobetoniere stanno recintando e trasformando in modo permanente 5 ettari di suolo seminativo (5 campi da calcio) in un piazzale. Si stanno “seminando” 137 plinti di cemento armato di m 3,5 x 3,5 x 1 sui quali verranno impiantati altrettanti inseguitori solari che serviranno a mantenere costantemente orientati verso il sole i 137 pannelli foto-voltaici (6 200 mq?) che produrranno 1300 MWh/anno.

L’investimento, in gran parte finanziato con fondi pubblici (5,3 milioni di Euro su 8), si sarebbe dovuto fare sui tetti: avrebbe prodotto ugualmente energia pari al fabbisogno di 500 famiglie (non necessariamente di Sticciano, dato che l’energia prodotta sarà veduta ed immessa nella rete Enel) ma senza lo spreco di nemmeno un mq di terreno agricolo.

La salvaguardia del territorio è una priorità tanto quanto quella energetica. Ma la tra le due si dovrebbe privilegiare quella che ci consente di sopravvivere dandoci altre fonti solari rinnovabili quali il cibo, le biomasse etc.: basterebbe installare i pannelli foto-voltaici sui territori già edificati (es. tetti e tettoie di case o capannoni) prima che sui suoli produttivi.

E’ evidente che una turbina eolica da 1 MW non può essere messa sul tetto. Ma per il fotovoltaico l’uso di tetti e di aree già impermeabilizzate dovrebbe essere la priorità.

Quando poi si utilizzano terreni pubblici (oltre che fondi pubblici) da parte di imprese private non guasterebbe più trasparenza.
Infatti, mentre veniva dato l’annuncio ufficiale (Il Tirreno del 15/3/2007) le decisioni erano già state prese tanto che la recinzione e plinti erano già in fase avanzata di realizzazione (le foto sono state scattate il 19/3/07).

In un epoca in cui il picco energetico è già stato superato e le risorse fossili si avviano ad un rapido e inesorabile esaurimento l’operazione sembra quanto mai auspicabile ma se teniamo conto che la popolazione mondiale (6,5 miliardi) aumenta di 75 milioni di individui all’anno mentre le scorte alimentari (rapporto FAO 2007) si riducono sempre più questo dovrebbe far riflettere.
Con un investimento equivalente (5,3 milioni di Euro) non sarebbe forse stato meglio finanziare una uguale potenza di picco istallata su tetti e tettoie delle tante aziende agricole sparse sul territorio? Avremmo risparmiato suolo prezioso a vantaggio di più imprese agricole che hanno tanto bisogno di essere sostenute anche nella loro preziosa funzione di mantenere un territorio, “fiore all’occhiello” del bel paesaggio maremmano.

Parlare di referendum mi sembra francamente un non senso, soprattutto di questi tempi in cui le amministrazioni più illuminate si affidano piuttosto alla progettazione partecipata, che ha dalla sua il vantaggio di operare in perfetta trasparenza e di accrescere il senso di comunità.

• • •

Nell’accurata analisi Sull’impianto fotovoltaico “Cicalino 1″ del 19/5/2008, Domenico Coiante (Fisico, ex ricercatore e dirigente per 35 anni presso l’ENEA, ove ha diretto il settore Fonti Rinnovabili, contribuendo in particolare ai programmi di ricerca sulle tecnologie Fotovoltaiche. Da diversi anni collabora con gli Amici della Terra sui temi dell’uso razionale dell’energia) conclude con le seguenti domande:

Tutto ciò considerato, sorgono spontanee alcune domande:
• “Perché si è realizzato l’impianto Cicalino 1 di Sticciano con la tecnica dell’inseguimento?” Ovvero: “Quale argomento decisivo di vantaggio ha determinato la scelta di questa tecnica da parte del decisore pubblico?”
• “In relazione alla questione strategica della salvaguardia del suolo agricolo pregiato, è corretta la promozione delle centrali solari collocate su tali terreni mediante l’erogazione di fondi pubblici in aggiunta alla concessione delle incentivazioni del Conto Energia?”
• “Così facendo non si crea una distorsione del mercato dei siti per gli impianti analogo a ciò che è accaduto per l’eolico?”


Tabella tratta dall’analisi dell’Ing. Coiante.

Scarica l’analisi di D. Coiante: Sull’impianto fotovoltaico “Cicalino 1″ 19/5/2008

• • •

Di seguito alcune considerazioni di Luca Mercalli a proposito dell’artificializzazione del territorio da parte di pirati senza scrupoli.

Sticciano, Cicalino-1: Una fase dei lavori di preparazione dei 137 plinti di calcestruzzo armato da m 3,5 x 3,5 per l’istallazione dei supporti dei pannelli Fotovoltaici

1) quando vengono costruiti dei plinti in calcestruzzo, viene asportato lo strato utile del suolo, in genere formatosi con processi pedoclimatici millenari e irreversibili. Quindi anche ammesso di poterli un giorno rimuovere, resterà un buco, ma non il suolo agrario.
2) anche con plinti appoggiati, il suolo coperto e privato delle precipitazioni tende a inaridirsi e a cambiare i suoi processi evolutivi, perdendo sostanza organica e non risultando più atto all’agricoltura.
3) un blocco in calcestruzzo da 12 m3 [come quelli usati per Cicalino-1]pesa 28 tonnellate. Viene costruito nell’era del petrolio, dovrà, un giorno, essere forse smantellato nell’era delle basse energie. Chi lo farà? Non ci sarà l’autogrù a gasolio per spostarlo, nè il maglio Caterpillar per frantumarlo. Resterà semplicemente lì, con o senza pannelli FV.
5) Come al solito, si tratta di non avere visioni assolute, ma essere elastici ovvero:

a) prima di usare prezioso suolo agrario, si usino tutte le superfici edificate e industriali, compresi i parcheggi. La superficie edificata italiana è dell’ordine del 10% del territorio nazionale, circa 30.000 km2. Considerane solo 1/4 (quella esposta a Sud), e fa circa 7500 km2, poco meno della superficie dell’Umbria! Dimezziamo ancora per via di vari problemi accessori, ombreggiature reciproche, e quant’altro e otterremo circa 3500 km2, come una Valle d’Aosta. Considerando che 1kWp occupa  meno di 10m2, circa, otteniamo una potenza installabile di 350 GW… non male!  Se poi vogliamo essere ultraconservativi, dimezziamo ancora e resta  un ordine di grandezza di oltre 100 GW… Fatto quello, passeremo al suolo!

b) benissimo comunque fin d’ora usare suoli compromessi o da bonificare come vecchie cave dismesse, discariche, siti contaminati.

c) senz’altro possibile pensare di utilizzare suoli marginali in zone aride e in classe di produttività >=III, suoli molto acclivi, suoli pietrosi. Ma per favore, risparmiatemi almeno i suoli in classe I e II: sono sempre di meno e sono quelli che ci devono dare da mangiare…purtroppo sono anche i più comodi, e la storia insegna che i pirati, appena annusano l’affare, non si pongono certo questi scrupoli. O si fanno norme precise o ci troveremo con un ennesimo problema di artificializzazione del territorio.

Luca Mercalli

• • •

Meglio la generazione diffusa

In questo video inglese sull’energia, anche se non si parla del sole ma forse perché gli inglesi di sole ne hanno veramente poco, si spiega come la generazione diffusa di energia sia da preferire a pochi e grandi generatori (a prescindere dalla fonte energetica utilizzata). Produrre energia unicamente per venderla vuol dire dissiparne una grande quantità in calore lungo la rete di distribuzione.





Madonnino / Braccagni: cemento su 200 ettari di terreni agricoli a 20 km dal Comune

8 07 2007

Loc. Madonnino tra Grosseto e Roccastrada, ai piedi del borgo medioevale di Montepescali, 200 ettari di campagna verranno trasformati in Polo Industriale, Polo Logistico, Polo Fieristico, Polo Agro Produttivo, Polo Intermodale, Polo Artigianale Commerciale …….

La denuncia di Luca Mercalli a “Che Tempo Che Fa”
29 ottobre 2006 (1 minuto)

2001, 24 aprile
il pres. della Provincia, Lio Scheggi
il sindaco di Roccastrada, Leonardo Marras
l’ass. regionale alle infrastrutture Riccardo Conti
l’ass. provinciale all’assetto del territorio, Anna Rita Bramerini
il pres. della Fimar, Massimo Frescucci
il pres. della Cooperativa Valle Bruna Giancarlo Innocenti
il ministro dell’industria, Enrico Letta.
e Grosseto Sviluppo
suggellano la volontà politica del nuovo polo industriale di 42 ettari diventati successivamente 39 ettari, forse per evitare la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale)

che unito alle previsioni di piano del limitrofe comune di Grosseto diventano 200 ettari:

Polo AGROINDUSTRIALE del Madonnino:  42 ha di urbanizzazioni in via di ultimazione che restano invendute dal 2001 perché realizzate dal comune in zona a vincolo idrogeologico soggette a inondazioni. Si attende l’istallazione di idrovore per 8 milioni di euro per mettere in sicurezza la zona che resta poco appetibile anche perché lontana dai centri abitati e non servita da acqua, luce etc. La destinazione d’uso è definita come Agroindustriale, ma in mancanza di utenti appartenenti a detta destinazione il comune comunica l’assegnazione di lotti a rivenditori d’auto, industria di materie plastiche, rivendita materiali edili etc..

Polo FIERISTICO del Madonnino: 8 ha in fase di ultimazione realizzati con edifici del tutto inadatti al contesto agricolo;

Polo LOGISTICO del Madonnino: 48 ha in attesa di essere realizzati;

Polo AGRICOLO PRODUTTIVO del Madonnino: 33 ha in attesa di essere realizzati;

Polo INTERMODALE: 30 ha in attesa di essere realizzati;

Polo INDUSTRIALE: 40 ha in attesa di essere realizzati. Sono stati realizzati soltanto alcuni capannoni in aree limitrofe già urbanizzate;

ESPANSIONE EDILIZIA (residenziale e commerciale) di Montepescali (Breaccagni) scalo originariamente di 900 abitanti su 25 ha ormai completati. Alloggi di piccolo taglio con autorimesse e soffitte abusivamente vendute come abitabili con conseguente aumento del carico abitativo e carenza dei relativi servizi.

L'area del £Polo Industriale" di Roccastrada visto da Roccastrada

Il PRG di Roccastrada unito al Piano Strutturale di Grosseto

La Zona Nord (Madonnino) vista da Montepescali:

la zona Sud (Braccagni) vista da Montepescali (N.B.: le immagini del polo intermodale sono riferite ad altri poli esistenti al fine di esemplificare quanto si vuole fare)

La zona industriale di Braccagni ai piedi di Montepescali, nascono i primi insediamenti

 

Il fragile equilibrio idrogeologico delle aree interessate in una sintesi di 4 min. da una trasmissione di “Maremma Channel” del maggio del 2007 in occasione della “Settimana della Bonifica”

Il primo lotto realizzato del Polo Industriale del Madonnino (territorio del comune di Roccastrada)

L'area del futuro Polo Logistico, a fianco di quello industriale (territorio del comune di Grosseto)

uno dei lotti in vendita

Il polo Industriale Madonnino: le aree , soggette a inondazioni verranno rialzate. E’ inoltre prevista l’istallazione di 4 IDROVORE per 5 milioni di Euro (ultimamente sembrano essere diventati 8 milioni) finanziate per il 50% dal Ministero dell’ambiente! Cosa succederà a valle quando l’acqua verrà pompata a 6000 litri al secondo?

carta storica in cui si vede il lago di Castiglioni (lago Prile) quando lambiva l'area interessata

una strada del polo industriale

 

da Il Tirreno, 2/4/2009
Polo agroalimentare ai confini di Grosseto, già venduti diversi lotti, le prime cinque ditte aprono i cantieri nei prossimi giorni” 

Oltre al Consorzio Agrario Provinciale ecco l’elenco delle alte aziende che hanno acquistato i lotti:

Formazione addetti allo spettacolo (Full Time di Berti & C snc)

Vendita auto (Autostima srl)

Stoccaggio e lavorazione inerti (Massai srl)

Stoccaggio e lavorazione inerti (Col.Mar. srl)

Materiali in pvc e vetroresina (Tecnobath srl)

Trasporti e scavi (Pepi srl)

Vendita autocarri (Toscana Autocarri spa)

Queste imprese possono dirsi parte di un sistema agroalimentare o agroindustriale se si definisce come tale un sistema che integra strettamente agricoltura e industria alimentare?

Come si conciliano questi 42 ettari di urbanizzazione con

«Ambiente e paesaggio sono la nostra ricchezza, tuteliamoli La Maremma è il suo ambiente, i suoi paesaggi. C’è un legame inscindibile tra questi elementi e l’identità del territorio. Tutelarli significa dare prospettive di sviluppo a turismo e agricoltura» leonardomarras.it

“Dei 25 lotti realizzati, ad oggi ne sono stati venduti sette.” ad oggi dal 2001 … non si può dire che le aziende facciano a pugni per investire qui, né che sia colpa della crisi.





Trasformare quell’area agricola, una priorità

7 07 2007

madonnino 15

da un articolo di Enrico Pizzi, Il Tirreno, 29/6/2007
Più spazio agli insediamenti produttivi:
Il Madonnino rappresenta una priorità

Ci sono un centinaio di ettari da gestire, tra insediamenti produttivi e polo logistico, in quella fascia di territorio che va dall’attuale area fieristica, al confine con il Comune di Roccastrada, fino all’abitato di Braccagni. Una zona delicata, dal punto di vista del rischio idraulico, tanto che Bonifazi parla della necessità di investire circa 8 milioni di euro per metterla in sicurezza.
Ed è una condizione essenziale per trasformare quell’area agricola in un’area industriale e in un polo logistico per il quale sono stati riallacciati i rapporti con la società Pilt (Polo intermodale Logistic & Terminal Grosseto S.p.a.). Si parla di un’area di interesse sovra comunale che necessità interventi di messa in sicurezza e nella quale si ipotizza un forte impiego di energia da fonti rinnovabili: la Regione ha manifestato disponibilità a sostenere la progettazione integrata e un incontro è fissato il 10 luglio.





“Cicalino 1” è solo l’inizio

6 07 2007

Voler rendere un impianto fotovoltaico un polo di attrazione turistica (!?), significa perseverare nel mancato rispetto del territorio favorendone future cementificazioni. Ricordiamoci che ogni italiano dispone di soli 2.500 mq di terreno agricolo. (vedi intervento di Luca Mercalli al Parlamento Europeo del 26/6/2007) “…chissà quante altre cose potremo costruire attorno…” auspica il Presidente della società “Il Ceppo”

Una sintesi di 3 min. di una recente presentazione di Gianni Bonini, Presidente della società “Il Ceppo”, in onda su “Maremma Channel” (Tele Tirreno) dell’impianto foto-voltaico “Cicalino 1” realizzato su 5 ettari di terreno agricolo degli Usi Civici di Sticciano

Trascrizione della sintesi:
e affiancheremo accanto al foto-voltaico sicuramente un impianto di bio-masse e probabilmente, faremo le nostre verifiche scientifiche, un impianto eolico….
Questo diventerà non soltanto un centro straordinario all’avanguardia tecnologicamente per quanto riguarda le energie da fonte rinnovabile….
ma soprattutto diventerà di fatto, anche questa comunità (Sticciano), un’attrattiva turistica. Perché io credo sarà interessante, se sapremo organizzarci, e se anche i nostri interlocutori sapranno organizzarci, portare le scuole o i semplici cittadini perché credo che un impianto all’avanguardia tecnologicamente come questo sarà comunque un polo di attrazione. Voglio dire oggi il turismo non è soltanto, diciamo cosi, legato al mare o al paesaggio ma è legato anche alle tecnologie come facciamo anche noi stessi quando andiamo negli stati esteri quando andiamo a vedere un ponte, che ne so, un museo…
Gli Usi Civici di Sticciano diventeranno necessariamente, come dire, un polo di attrazione che, in qualche modo, potrà portare, come dire, vantaggio a tutto il territorio anche in termini proprio di non banale, ma insomma di turismo normale, le famiglie le scuole e, perché no, le università. E se noi crediamo in questo progetto chissà quante altre cose potremo costruire attorno

Allora dico, noi abbiamo un territorio meraviglioso come la maremma, abbiamo gli imprenditori che sono in grado, lo abbiamo dimostrato, di stare dietro a questa evoluzione, di interpretare questo bisogno che c’è…
Noi siamo, gli Italiani sono un popolo che si piange troppo spesso, furbi, ma ci tendiamo a piangerci troppo addosso. Nel caso del Cicalino 1, l’impianto di foto voltaico negli Usi Civici di Sticciano . la sinergia tra pubblico e privato a funzionato….
Senza, come dire, l’ospitalità di Roccastrada e l’iter accelerato che ci ha permesso la Provincia di Grosseto questa opportunità non poteva essere colta. E’ evidente che gli enti locali devono soprattutto preoccuparsi che queste cose si facciano dentro le regole, dentro la difesa del paesaggio etc. ecco, però una volta che gli imprenditori rispettano queste regole ci vuole che gli enti locali, gli enti pubblici, come dire, favoriscano l’iter per questi impianti industriali. La Provincia di Grosseto e il Comune di Roccastrada, lo ripeto, hanno fatto tutto, ma anche la Regione Toscana come ho detto prima, hanno fatto il loro mestiere, l’hanno fatto bene …
Dobbiamo mettere in moto, come dire, una politica che permetta di costruire tanti impianti come questo,non solo foto-voltaici, bio-masse.. la maremma è una terra potenzialmente, soprattutto il Comune di Grosseto, assolutamente ricca di potenzialità per quanto riguarda lo sfruttamento delle bio-masse….
Queste operazioni costano molta fatica, determinazione, investimenti. Perché l’impianto che noi costruiamo costa complessivamente circa 8 milioni di Euro. Come ho già detto 4 milioni di Euro ci vengono prestati, va bene, a tasso 0% dalla Fidi Toscana

Abside romanica della pieve di S. Mustiola di Sticciano

Sticciano abside romanica

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Sticciano, Fotovoltaico: Documenti

5 07 2007

Immagine cartello del cantiere (89 KB)
Comunicato Presidente Regione Toscana

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Articoli pubblicati su Il Tirreno:
15/3/07
Sfida in Maremma – I megawatt dei girasoli di vetro – Un pool di aziende per una scommessa;
24/3/07
Territorio e Ambiente – Un megawatt senza inquinare – Cinque ettari di pannelli solari: coro di proteste – Nelli (An): «Non ci saranno vantaggi per il paese»
29/3/07
Pannelli solari, c’è chi li vieta Tempi duri per l’energia pulita
30/3/07
Chiesto il referendum sul fotovoltaico
3/4/07
Fotovoltaico, un affitto trasparente
5/4/07
Legambiente difende eolico e impianto fotovoltaico
9/5/07
Fotovoltaico, accuse di ambiguità
6/6/07
Fotovoltaico, 5 ettari non sciupano il paesaggio – Gli Usi Civici veri protagonisti del Parco delle rinnovabili





Madonnino / Braccagni: Documenti

5 07 2007

Documenti:

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24/4/2001 – II polo del Madonnino è pronto al decollo
2/1/2001 – In Comune: Rivoluzione all’ufficio tecnico
18/4/2001 – Polo industriale al bando di partenza
16/3/2003 – «Siamo in attesa del colpo d’ala» Lo sviluppo punta sugli insediamenti agro alimentari
– II Polo fieristico
16/3/2003 – Protocollo d’intesa per lo sviluppo tra il Comune di Roccastrada e la Provincia di Grosseto
21/6/2006 – Aziende storiche costrette a fare i bagagli
28/7/2006 – Roccastrada regina dell’urbanistica
13/9/2006 – Fuga degli artigiani: mancano spazi in città
– A Castiglione porte aperte a chi arriva
– Duecento Tir in cerca di un’area di sosta
17/9/2006 – Non ci sono terreni per ospitare 60 aziende
– Vanno rivisti i regolamenti Pip per evitare la speculazione
– Mai un consenso così alto sul Corridoio tirrenico
21/9/2006 – II Centro Fiere è pronto, ma mancano le strade
22/9/2006 – Centro Fiere, il fiore all’occhiello di Fimar
22/9/2006 – II nubifragio crea disagi nell’area del Madonnino
22/10/2006 – Idrovore al Madonnino
5/1/2007 – Nuove industrie al Madonnino
13/01/2007 – La camera di commercio mette sotto accusa il Ptc: «Rallenta lo sviluppo»
25/3/2007 – Tutto esaurito alla Fiera
12/4/2007 – Agroalimentare: al Madonnino 100 imprese
11/6/2007 – Il Madonnino? Addio bellezza Qui trionfa l’omologazione
– SOS Paesaggio – Un guru del meteo apre la polemica
– COS’E’ IL GRANDE POLO
2/4/2009 –  Arrivano le aziende e offrono lavoro. Partono gli insediamenti: subito garantiti dalle ditte 80 nuovi posti di lavoro

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